Speleologia

Apuane e speleologia: un binomio indissolubile 

Le realta’ speleologiche in Apuane sono evidenti anche a chi di grotte non si e’ mai interessato, infatti l’escursionista che calpesta i sentieri, sia quelli sul versante marino che quello Garfagnino si puo’ spesso imbattere nei tipici fenomeni carsici che fanno ipotizzare la presenza di notevoli cavita’.

Le doline, depressioni circolari create dallo sprofondamento di una sezione di terreno a seguito del crollo di una galleria sotterranea o formate dal lento scorrere dell’acqua che dissolve i terreni calcarei in un’area molto ristretta provocando queste voragini. Le varie fratture soffianti, che d’inverno in quota sciolgono la neve e d’estate a valle rinfrescano gli escursionisti, fanno intuire che i fenomeni legati alle grotte in queste montagne assumono un carattere estremamente importante.

L’esplorazione delle grotte in Apuane ha origini antichissime; tralasciando i vari siti frequentati fin dalla preistoria (Grotta all’onda, Castelvenere ecc.) abbiamo testimonianza di studi del Vallisneri, naturalista Garfagnino che gia’ nel 1700 descrisse la Tana che Urla (Fornovolasco – Vergemoli) con rigore scientifico e con l’occhio del naturalista. L’inizio del 900 da poi il via ad’ un’epoca di grandi scoperte: viene esplorato da un team di speleologi di tutta Italia buona parte dell’Antro del Corchia, che grazie ai suoi labirinti raggiunge al giorno d’oggi uno sviluppo di circa 60 Km e una profondità di 1200 metri, con 13 ingressi. La febbre dell’esplorazione si espande a tutta la catena Apuana e, a parte la forzata sosta a causa del periodo bellico, gli anni ’40 sono caratterizzati da campagne esplorative in altre zone Apuane: viene sceso l’Abisso Revel, verticale unica di oltre 300 metri di profondita’ situato in Vetricia sotto il Rifugio E. Rossi alla Pania della Croce, con un’epica e audace punta del Gruppo Speleologico Fiorentino supportato anche da un reparto dell’esercito per il trasporto dell’enorme mole di materiali. Negli anni ’50 e ’60 si vedono i primi campi esplorativi in Valle Arnetola e Monte Tambura, fino arrivare a quella che noi speleo consideriamo (era moderna) con l’introduzione di tecniche piu’ sicure, veloci e leggere, che permettono a piccole squadre di esploratori di raggiungere notevoli profondita’ in assoluta autonomia. Per capire l’importanza del carsismo in Apuane dobbiamo per forza citare alcune cifre: oltre all’Antro del Corchia, complesso con maggior sviluppo in Europa, e’ in Apuane la grotta piu’ profonda d’Italia, l’Abisso Roversi con i suoi 1340 metri di dislivello dall’ingresso al fondo situato in Carcaraia, sul versante nord del MonteTambura. Nella stessa Carcaraia si trova anche il Complesso Saragato-Aria Ghiaccia-Gigi Squisio, che vanta oltre 35 Km di sviluppo e una profondita’ di 1250 metri, l’Abisso Perestrojka, l’Abisso Mani Pulite e Abisso Chimera, tutti con profondita’ oltre i 1000 metri. L’attivita’ speleologica in Apuane e’ intensa e frenetica quindi non vi stupite quando incontrerete su qualche sentiero dei personaggi infangati e vestiti con delle tute bizzarre, con imbrachi carichi di moschettoni e una lucina in testa.

L’antro del Corchia

Presso Levignani l’Antro del Corchia, con i suoi 53 km circa di gallerie e pozzi, detiene il primato nazionale del più vasto complesso carsico ipogeo. Anche il dislivello, con i suoi 1187 m di altezza tra l’apertura più elevata e il fondo della grotta, rappresenta una delle massimi valori rintracciabili del territorio italiano ed europeo.
La particolarità del Sistema carsico del Corchia sta soprattutto nella sua estrema complessità morfologica ed evolutiva. Si tratta infatti di un reticolo tridimensionale racchiuso in un volume di marmi e dolomie di circa 2 km di lunghezza, 1 km di larghezza e quasi 1200 m di altezza.
Un percorso attrezzato, di circa 1 km, consente ai turisti di penetrare nell’interno del Corchia e di raggiungere il cuore della montagna e del sistema carsico.

Per maggiori informazioni: antro del Corchia

La grotta del vento

La Grotta del Vento si trova nel nord della Toscana, in Garfagnana, al centro del Parco delle Alpi Apuane, in una zona ricca di spettacolari quanto interessanti fenomeni carsici. Qui gli agenti atmosferici incessantemente scavano, scolpiscono e modellano le rocce calcaree, dando origine a maestose sculture naturali, come il massiccio delle Panie, l’enorme arco naturale del Monte Forato o le cascate di pietra e i crepacci dell’Altopiano della Vetricia.
Immersa in questa suggestiva ambientazione, la Grotta del Vento presenta una eccezionale varietà di aspetti del carsismo sotterraneo spaziando da stalattiti e stalagmiti vive e brillanti, a laghetti, corsi d’acqua, forme di erosione, formazioni di fango e perfino pozzi perfettamente verticali che possono essere visitati con comodi sentieri.
La possibilità di scelta tra vari itinerari di visita, la rende una meta ideale di escursioni per singoli, coppie, famiglie, gruppi scolastici o di adulti, raduni, ecc.

Per maggiori informazioni: grotta del Vento